Dove abito io la più grigia periferia industriale d’Europa e la più bella città del Mondo, si confrontano l’una difronte all’altra con in mezzo la Laguna.
Tutte le differenze possibili si esprimono agli estremi del ponte della Libertà, due poli uniti tutti i giorni dai viaggi dei pendolari.
Nei tram e nei vaporetti affollati tanti faticano a trovar posto
Colazioni veloci nei bar, magari in piedi oppure seduti tra gli altri, ma senza guardarsi in faccia
Gli imbarcaderi ondeggiano sul moto ondoso
Nell’acqua nuotano animali e galleggiano rifiuti ‘trasparenti’
Voglia di partire per andare lontano, sognando vacanze…
…o magari la pensione
Anche solo una giornata per vedere la Biennale e convenire che, effettivamente …
… arte e realtà a volte si mostrano simili
Le cronache spaventose dei giornali letti la mattina sul bus. Morti ammazzati …
… le fabbriche chiudono
… guerre e catastrofi
Finalmente, finita la giornata, si depongono gli strumenti e …
… si rifà il percorso al contrario, tanto qui che altrove nel mondo …
… le stazioni e le fermate si riempiono di nuovo.
Alla fine si torna a casa.
Anche per oggi è finita, chissà se abbiamo lasciato una piccola traccia …
Titolo: Giornate pendolari. Raccolta costruita su vari lavori degli anni ’90, incentrati sul Territorio. Nel corso del tempo ho lavorato sul territorio, svolgendo ricerche su commissione o collaborazione con enti pubblici e università.
La penultima fotografia ritrae tre persone che non ci sono più ed è un mio sentito omaggio a: Fausta Verzegnassi, scrittrice e insegnante (in centro), Ugo Casiraghi, critico cinematografico, Licia Trevisan, sceneggiatrice.