La rivoluzione del libro
La rivoluzionaria invenzione della stampa a caratteri mobili ad opera di Gutemberg portò alla diffusione delle stamperie, che presto divennero il motore di un epocale cambiamento. L’analfabetismo diminuì drasticamente e la cultura si diffuse ampiamente.
Quella di Gutemberg è stata una rivoluzione tecnica che ha in breve tempo portato l’umanità a fare un gradino dell’evoluzione. Sempre che pensiamo che l’evoluzione umana sia una faccenda culturale e non come si pensa oggi, una questione economica. L’evoluzione dell’uomo infatti avviene per conoscenza, non per arricchimento.
Detto questo, possiamo dire che, più che Gutemberg, i tipografi/editori che vennero dopo si arricchirono parecchio. La bellissima mostra su Aldo Manuzio, del 2019 al Museo Correr di Venezia, celebrò uno dei primi imprenditori moderni. Manuzio infatti, esportava in tutta Europa e oltre, pubblicava in varie lingue, curava il design, inventò le collane librarie, aveva un’immagine coordinata con tanto di logo e inventò il diritto d’autore.
Nella rivoluzione industriale, l’editoria si dotò di macchine sempre più perfezionate, che consentivano la stampa di grandi tirature. Nel ‘900, soprattutto dopo la seconda guerra, la stampa offset e le rotative, stamparono milioni di libri, di riviste e di giornali, il tutto in chiave analogica. Il designer disegnava sul tavolo di disegno i layout che poi venivano riprodotti in composizione e fotografati dalle “reprocamere”, macchine in grado di realizzare dei negativi piani rispondenti al formato di pagina.
Il tipografo è una sorta di Guru, per ogni designer o grafico. Con il tipografo si instaura un rapporto, lo si ascolta attentamente cercando di imparare il più possibile, ci si conosce nel tempo e gli si affida il lavoro.
L’era digitale ha portato una nuova evoluzione che si sviluppa nel sempre più avanzato uso dell’intelligenza artificiale, della quale avremo presto sviluppi di enorme portata.
stefano ghesini salvadori 2024
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